XVI
MEZZOGIORNO ALPINO
Sul grande arco della catena delle Alpi, sulla roccia granitica grigia e priva di vegetazione, sui ghiacciai bianchi abbagliati dal sole, il mezzogiorno si mostra con pienezza suscitando un sentimento di serenità, accompagnato da un silenzion intenso e pervasivo.
I pini e gli abeti, immobili per l'assenza di vento, si protendono verso il sole, che penetra con la sua luce tra le foglie. Soltanto l'acqua di un ruscelletto, che flebilmente scorre in mezzo ai sassi, produce un flebile suono simile a quello di una cetra.
XXVIII
PRESSO UNA CERTOSA
Una delle foglie verdi [dei cipressi del cimitero], che nell'ambiente mesto in cui si trova si distingue immutato tra le foglie gialle e rosse dell'acacia, cade dall'albero, senza che il vento sia la causa di ciò: e cade danzando nell'aria, dando l'impressione d'assistere al passaggio di un'anima.
Si sente il rumore di un ruscello avvolto dalla nebbia che pare un velo color argento che lo ricopre, e su questo ruscello termina la sua discesa la foglia e si disperde. Che cosa sospira impercettibilmente il cimitero col fremito dei cipressi?
Improvviso sorge il sole nel mattino nebbioso, e si incomincia ad intravedere uno squarcio di azzurro che sembra navigare tra le nubi bianche: sembra che ne tragga giovamento il piccolo bosco, che già sente l'avvicinarsi dell'inverno [cioè della sua fine].
A me, prima che la morte [l'inverno] stringa anche la mia anima, continui ad essermi compagna la nobile illuminazione e il dolce suono dell'ispirazione poetica! Continui a giungere la stessa ispirazione che ispirò Omero [a comporre le sue opere immortali], prima che l'oblio della morte me ne tolga la possibilità!